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LaPallaRotonda e Dinamo Trulla. Quando lo sport amatoriale diventa inclusione sociale

In un periodo in cui il tema dell’immigrazione è sulla bocca di tutti e molto spesso rappresenta lo sfogo preferito dei “leoni della tastiera”, quelli che usano i social per diffondere il loro odio e, chissà, lenire le proprie insoddisfazioni della vita, una piccola luce di speranza, se così la volete la chiamare, può venire soltanto dalla mobilitazione dal basso. Piccoli gesti di umanità quotidiana rivolti ad un singolo individuo alla volta hanno più effetto di cento provvedimenti politici. Pensate che stia scendendo nella banale retorica? Allora ecco che dirotto subito il discorso verso fatti concreti.

Dal gennaio 2017 l’associazione sportivo-culturale LaPallaRotonda opera, senza contributi esterni e solo attraverso autofinanziamento, nel campo dell’aggregazione e dell’inclusione sociale.

In questa sede parleremo solo dell’ultimo progetto, iniziato formalmente nel marzo 2017 con un accordo di partnership con la cooperativa Labirinto, anche se in maniera informale erano già state proposte attività sportive tra ragazzi italiani e migranti nei mesi precedenti. Ad ogni modo, l’accordo in essere si proponeva di seguire una serie di step per portare alla creazione di una squadra di calcio composta da persone di Pesaro e da richiedenti asilo. Dopo mesi di allenamenti condotti dal presidente dell’associazione LaPallaRotonda (che di professione fa l’allenatore di calcio), a settembre 2018, è nata la nuova Dinamo Trulla, squadra iscritta al campionato di serie A di calciotto provinciale. La particolarità di questa squadra è che al gruppo storico di pesaresi componenti la rosa sono stati inseriti otto ragazzi africani richiedenti asilo.

Non poche sono state le difficoltà iniziali. Mancavano i vestiti e le scarpe adatte per giocare e i soldi per pagare le strutture; poiché si gioca la sera e quasi tutti risiedono fuori Pesaro il problema dei trasporti era e continua ad essere rilevante; la cultura della puntualità e quella relativa alla percezione dello sport africana non hanno nulla a che vedere con quella europea. L’impegno da parte di tutti i membri della Dinamo Trulla e dell’associazione LaPallaRotonda ha fatto sì che potessimo ovviare a tutte le problematiche che ci si sono presentate: siamo riusciti a comprare tutto il materiale sportivo necessario, pagare i campi da gioco, comprare biglietti dell’autobus e occasionalmente offrire una cena post partita. La questione logistica è stata risolta con grande solidarietà dai ragazzi di Pesaro che si sono prestati per riaccompagnare i richiedenti asilo anche a 40 km di distanza dal luogo della partita.

Ora, con il nuovo provvedimento del Governo la nostra sfida è aumentata di difficoltà poiché ad alcuni dei membri della squadra rischia di essere revocato il permesso di soggiorno. C’è stata una grande mobilitazione da parte del presidente della Dinamo Trulla e di alcuni pesaresi per la ricerca di aziende che potessero dare lavoro ai richiedenti asilo. In qualche caso la ricerca ha portato buoni frutti e, ad oggi, due giocatori hanno di fatto ottenuto un contratto.

Sotto il profilo prettamente sportivo l’avventura della Dinamo Trulla si sta rivelando un successo sotto molti punti di vista. In campo c’è grande affiatamento e negli spogliatoi le battute e gli scherzi non mancano. Si inizia a sorridere quando ci si incontra al campo e si continua a sorridere anche dopo la partita, indipendentemente dal risultato. Questa è la cosa più interessante di questo gruppo di ragazzi: c’è sempre un motivo per farsi una risata e prendere il gioco per quello che è, a fronte però di un grande impegno mentre lo si sta praticando. Che, in fin dei conti, è un concetto quest’ultimo che rappresenta il senso dello sport.

A livello di percezione della squadra da parte degli avversari credo che sia sempre prevalso un certo senso di curiosità a primo impatto ma poi, nello svolgimento della gara, ci sia stato un grandissimo rispetto. Il timore ad inizio stagione era che si potesse verificare, durante l’agonismo di una partita e con gli animi caldi, qualche episodio che facesse cadere nella spirale ignobile dell’odio razziale, ma dopo tutto un girone di andata si è riscontrata la massima correttezza da parte di tutti in questo senso.

Come si prospetta il futuro per la Dinamo Trulla? Innanzitutto si cerca di ottenere un risultato sportivo (disputare i playoff) da aggiungere e per far risaltare quello sociale dell’inclusione. Nella pianificazione dell’associazione LaPallaRotonda per la prossima primavera c’è di creare un mini documentario che racconti l’esperienza, dando volto e voce ai suoi protagonisti.

Per il prossimo anno invece l’obiettivo è quello di mandare qualche ragazzo africano a giocare in squadre più importanti, ovvero di farli passare al calcio a 11 ad un livello idoneo alle loro abilità, sempre puntando però sul fatto che devono giocare insieme a persone “locali”. La Dinamo Trulla in questo senso vuole rappresentare uno degli step di inclusione attraverso lo sport, dando visibilità e creando contatti tra chi ha talento da offrire e le società sportive del territorio che sono alla continua ricerca di giocatori.