Viaggio Rotondo in Slovenia | Gorizia - Tarvisio
TAPPA 1 | GORIZIA – KANAL
26 Km, 680 metri ascesa, 630 metri discesa
DOMENICA 16 AGOSTO 2020
Appuntamento a Pesaro alle 6:00 del mattino e già la prima sorpresa: siamo tutti puntuali. La strada fino a Gorizia scorre piuttosto fluida e in poco più di quattro ore ci troviamo a destinazione, pronti a caricarci gli zaini sulle spalle e iniziare la nostra avventura in terra slovena
Missione: risalire il fiume Isonzo, da Gorizia/Nova Gorica fino alla sua sorgente e poi raggiungere il passo Vrsic.
Il gruppo si presenta tonico: c'è chi si accende le prime sigarette, chi inizia a chiacchierare e scherzare, chi già pregusta la birra di fine tappa. Sono poco più delle 10:00 del mattino e il sole inizia a farsi sentire in maniera intensa, così decidiamo di non indugiare e metterci subito in marcia.
Ci aggiriamo per le strade di Gorizia ancora non troppo frequentate dando nell'occhio: dieci strani individui zaino in spalla che si muovono in maniera disordinata in cerca di un ponte per attraversare l'Isonzo. Lo troviamo dopo circa un'ora e due soste per colazione e approvvigionamento cibo. Si è già capito che questo gruppo non avrà fretta nell'affrontare le sue giornate e ci sono tutti i presupposti perché si crei una buona alchimia tra i suoi componenti.
IL PERCORSO
Si attraversa l'Isonzo passando per il Ponte di Piuma, dal quale si gode di un'ottima vista sul fiume e sui colli a nord di Gorizia. Si prende la strada asfaltata ma poco trafficata che sale per le località Piuma e Castel San Mauro dalle quali si possono ammirare da lontano il castello di Gorizia e i monti che circondano questa zona di confine, compresi quelli che danno accesso alla valle dell'Isonzo, che da qui in poi chiameremo col nome sloveno: Soca.
Ci vogliono un paio d'ore per raggiungere il ponte di Salcano, poco dopo il confine con la Slovenia, e da qui la strada si fa molto agevole perché sono dieci chilometri di comoda ciclabile perlopiù ombreggiata che costeggia il fiume e raggiunge la località di Plave, con una zona ristoro con fontanella e panchine a circa metà percorso.
Da Plave si prosegue su asfalto superando l'abitato di Lozice e l'enorme cementificio di Anhovo, prima di raggiungere la cittadina di Kanal, alla quale si accede attraversando il bel ponte sul Soca, teatro di gare di tuffi come testimoniato dalla pedana che vi è posta.
IL NOSTRO CAMMINO
La parte collinare fino al confine ci concede una bel panorama che però paghiamo in termini di salita sotto il sole cocende di metà agosto. Raggiungiamo ad ogni modo un sentiero che ci porta in Slovenia, immaginando il confine in un appena visibile solco creato dalle acque piovane.
Dal ponte di Salcano si fa Banjee Jumping e il nostro passaggio è accompagnato da urla e schiamazzi. Ben più interessante è il ponte della ferrovia col suo enorme arco in mattoni, il più grande del mondo.
I dieci chilometri di ciclabile ci risultano rilassanti, ancor più la sosta rigeneratrice alla fontanella di acqua fresca dove consumiamo il nostro pranzo. Meno rilassanti sono gli ultimi sette chilometri di asfalto e sole, specialmente quelli in corrispondenza del cementificio che ci fanno subito ripiombare nela realtà industrializzata del mondo in cui viviamo. Per fortuna sarà uno dei pochissimi casi in cui le meraviglie della natura vengono soverchiate dall'operato dell'uomo.
Superata l'area della fabbrica vediamo ormai Kanal, carina e armoniosa nelle sue costruzioni, col campanile della chiesa che svetta e il Kanalski Most (ponte) che collega le due zone della città divise da uno scenografico canyon.
C'è grande entusiasmo sia per l'arrivo che per la nostra sistemazione al B&B Soca Guesthouse, a due passi dalla chiesa e dal ponte e proprio dietro alla pittoresca piazza Kontrada.
Dopo il check-in ci siamo coccolati scendendo al fiume per rinfrescare i piedi affaticati dalla lunga giornata e sorseggiare una bella birra slovena, per poi tornare al Bar Fontana, stessa gestione del nostro B&B, e cenare a base di squisiti hamburger e pietanze di vario genere.
DORMIRE
B&B Soca Guesthouse: Trg svobode 19, 5213 Kanal.
MANGIARE
Bar Fontana | Fontana Kanal ob Soci: Trg svobode 21, Kanal.
TAPPA 2 | KANAL – MOST NA SOCI
15 km, 700 metri ascesa, 560 metri discesa
LUNEDI 17 AGOSTO 2020
Svegliati alle 6:00 del mattino dai rintocchi delle campane veniamo consolati da un'ottima colazione preparata dal Bar Fontana. Ci sanno fare questi ragazzi, il loro spirito di accoglienza ci ha coccolato per tutto il nostro soggiorno.
Prima di incamminarci ci prestiamo per la foto di gruppo davanti al palazzo del comune di Kanal. Anche qui ci sentiamo addosso gli occhi dei locals, qualcuno addirittura ci prende in giro indicandoci la direzione per l'Everest. “Benissimo” penso, almeno stiamo facendo qualcosa di soprendente!
IL PERCORSO
La tappa si preannuncia come semplice e gradevole, attraverso le campagne coltivate a vite e alberi da frutto della valle del Soca. Superiamo abitati con case sparse fino a raggiungere il piccolo paese di Avce, dove sostiamo per rifocillarci ai piedi della chiesa che svetta sugli altri edifici. La strada, prima in asfalto e breccia, ora diventa sentiero che attraversa alcuni campi con meli, pruni e diverse arnie predisposte per la raccolta del famoso miele di questa zona. Si cammina senza nessuna difficoltà raggiungendo una zona boschiva dove bisogna guadare un piccolo torrente prima di salire sul colle dal quale si inizia ad intuire la valle in cui sorge Most Na Soci (traduzione letterale: Ponte sul Soca. In italiano si chiama Santa Lucia d'Isonzo).
Qui il Soca incontra il torrente Idrijca che forma, poco prima della confluenza, uno splendido canyon con acque placide ideali per un giro rilassante in sup o canoa. Subito dopo il ponte il Soca si allarga tanto da assumere l'aspetto di lago per circa un chilometro, prima di riprendere sembianze di fiume e risalire verso Tolmin.
IL NOSTRO CAMMINO
La semplicità della tappa è accolta molto bene da tutti. C'è ilarità durante il percorso e, nonostante la comparsa delle prime vesciche e dei primi acciacchi, il gruppo si muove agile fino a destinazione. Alle ore 14:00 siamo già con la birra di fine tappa in mano, pronti ad occupare i nostri alloggi. Sette di noi sono ospitati all'appartemento Mika dove ci attende una super accoglienza e una casa spaziosa, pulita e ordinata. Gli altri tre si sistemano all'Hotel Lucija, dove godono di una comodità minore ma pur sempre dignitosa. Il pomeriggio si trascorre tra bar e fiume. I più audaci si tuffano nell'Idrijca, nuotando nelle acque limpide e fredde, facendosi largo tra i numerosi pesci che lo popolano. E' un bagno rigenerante specialmente per piedi e muscoli delle gambe che hanno avuto il loro bel da fare in questi due giorni. Alle 18:00 scattano i preparativi per la cena all'appartamento Mika. Ognuno contribuisce e il risultato è una splendida serata finita a mezzanotte dopo ore di canti che sicuramente non hanno riscosso il plauso dei vicini.
MANGIARE
Interessante bar a bordo lago... non sperimentato.
DORMIRE
Appartamento Mika: Most na Soči 101, Most na Soči.
TAPPA 3 | MOST NA SOCI – RIFUGIO KOCA NA PLANINI KUHINJA
21 km, 1300 metri ascesa, 570 metri discesa
MARTEDÌ 18 AGOSTO 2020
Dopo il temporale e la pioggia abbondante della notte, la mattinata ci regala la bellissima vista delle nuvole basse che si muovono tra le montagne e il cielo va sempre più schiarendosi. Una colazione sostanziosa in appartamento, perlopiù con i resti della cena cucinata la sera precedente, e siamo pronti per affrontare la tappa. C'è un timore diffuso per il percorso, visti gli otto chilometri finali in salita e l'incertezza del meteo.
IL PERCORSO
Tappa impegnativa ma generosa di luoghi di notevole interesse. Si parte da Most Na Soci prendendo la pedonale/ciclabile che costeggia il lago per un paio di chilometri per poi immettersi per un breve tratto nella strada provinciale per Tolmin e di nuovo deviare sulla sinistra riprendendo il corso del fiume. Segnaletica ben visibile, non ci si può sbagliare. Il sentiero scorre tranquillo con alcuni begli scorci sulle acque via via più cristalline del Soca fino a Tolmin.
Una volta raggiunta la cittadina, si seguono le indicazioni per Tolminska Korita, le stupefacenti gorghe che il torrente Tolminska ha scavato nella roccia calcarea, distanti poco più di un chilometro. L'ingresso alle gorghe costa 8 euro ma il percorso di circa un'ora regala meraviglie ad ogni direzione si rivolga lo sguardo.
Una volta goduto dello spettacolo delle gorghe di Tolmin, si può riprendere il cammino in direzione degli abitati di Zatolmin e Dolje, seguendo una stradina asfaltata ma non trafficata che collega le frazioni collinari della valle del Soca puntando in direzione del massiccio del Krn (Monte Nero).
Dopo la frazione di Gabrije si rientra su sentiero indicato come Alpe Adria Trail, un suggestivo cammino di più di 40 tappe che collega l'Austria con l'Adriatico. Il sentiero sale monotono su fondo pietroso per circa un'ora, raggiungendo un punto molto panoramico dal quale vedere la vallata di Tolmin, deviando poi a destra per iniziare un'ascesa ben più divertente nella faggeta, tra letti di torrenti da guadare e cascatelle. Si raggiunge così l'abitato di Krn, come l'omonimo massiccio, e poi, seguendo la strada asfaltata, la piana Kuhinja e il rifugio Koca posti a poco più di 1000 metri s.l.m. sopra i quali svettano le cime rocciose del monte Krn e del Batognica, teatri di alcune delle più sanguinose battaglie della Prima Guerra Mondiale.
IL NOSTRO CAMMINO
Le gorghe di Tolmin sono uno spettacolo che stupiscono un po' tutti. Ce le godiamo con calma nonostante la fame inizi ad incalzare. Consci della difficoltà della seconda parte di percorso optiamo per un pranzo non troppo sostanzioso, carichiamo di nuovo le nostre borracce e ci mettiamo in marcia. Nel frattempo abbiamo perso due partecipanti che, complici le vesciche, hanno deciso di raggiungerci al rifugio in autobus. Mentre ci allontaniamo da Tolmin ci godiamo della vista dall'alto della valle del Soca prima di immetterci nella vecchia mulattiera che sale nel bosco senza dar particolari emozioni. Raggiungiamo un riparo dal quale si apre la vista sulla piana sotto di noi e notiamo nuvole nere che stanno riversando acqua su Tolmin sperando che non ci raggiungano. La salita fino all'abitato di Krn è molto bella, pensiamo di aver scampato anche la pioggia quando un nubifragio ci travolge rendendo l'ultimo chilometro molto meno gradevole del resto della tappa.
L'a vista del rifugio è una benedizione, ma ci arriviamo completamente fradici nonostante i mantelli antipioggia. Entriamo nella casetta come una tribu di barbari e in poco tempo la mettiamo a soqquadro nonostante lo sguardo incredulo delle signore che la gestiscono. Ci vuole più di un'ora per completare la sistemazione nei nostri risicati alloggi ma alla fine riusciamo a ritrovarci tutti a tavola per ordinare la nostra meritata cena: zuppe varie, gulash di cervo, frittata con formaggio locale (Frika) annaffiati da abbondante birra non tradiscono le nostre aspettative. Si va a letto contenti con poco, dopo una faticosa quanto emozionante giornata.
DORMIRE e MANGIARE
Rifugio Koca na Planini Kuhinia: Krn 27, 5222 Kobarid, Slovenia
TAPPA 4 | RIFUGIO KOCA NA PLANINI KUHINIA – KOBARID
17 km, 850 metri ascesa, 1570 metri discesa
MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020
Al nostro risveglio splende il sole e, quello che all'arrivo del giorno precedente con la pioggia, era coperto da una coltre di nuvole, ora si manifesta in tutto il suo splendore: il massiccio del Krn. Con i suoi 2244 metri ci sovrasta, completamente nudo, con il verde dei prati che lascia spazio mano a mano alle tonalità di grigio della pietra calcarea. E' uno spettacolo al quale fa capolino la vista della vallata coperta dal bianco candido delle nuvole sulla parte opposta e così già di prima mattina si ha già la sensazione di essere totalmente dentro al qui ed ora, quell'emozione rara che senti quando non vorresti essere in nessun altro posto.
IL PERCORSO
Si parte dal rifugio salendo in direzione del Krn per circa una quindicina di minuti, dopodiché il sentiero piega a sinistra prima su una comoda strada bianca, poi entra nel bosco e conduce alla cappella italiana eretta in memoria dei caduti della prima guerra mondiale. Da qui la visuale sulla valle del Soca è favolosa e lo sguardo raggiunge anche il colle sotto il quale sorge Kobarid (Caporetto). Dalla cappella parte un sentierino in discesa molto umida e insidiosa che dura circa una ventina di minuti, poi svolta a destra iniziando una ben più piacevole discesa nel bosco che di tanto in tanto lascia spazio a radure dalle quali la vista può spaziare. Ecco così comparire in lontananza le vette che superano i 2500 metri a cavallo tra i confini italiani, austriaci e sloveni.
La discesa continua senza difficoltà fino all'abitato di Kosec e poi alla cittadina di Dreznica. Poco prima di Dreznica, sulla destra e ben segnalato, si può imboccare un sentiero che in venti minuti porta alle belle cascate di Sopot e Krampez.
A Dreznica trovate un ristorante e un market, ma attenzione agli orari: il market chiude alle 12:00; il ristorante è aperto a pranzo solo nel weekend!
Si lascia la cittadina alle spalle seguendo la strada collinare fino a Magozd dal quale, seguendo l'indicazione dello stradino sulla sinistra, si può raggiungere la cascata Kozjak in poco più di 30 minuti e successivamente Kobarid.
IL NOSTRO CAMMINO
Il cammino è piacevole e molto panoramico ma, nonostante l'abbondante colazione preparataci dalle signore del rifugio, dopo qualche ora la fame inizia a farsi sentire. L'unico paesino con un market è Dreznica, ma arrivando alle 12:05 lo troviamo chiuso. Anche l'acqua inizia a scarseggiare perché la bella giornata di sole ha come rovescio della medaglia quello di farci accusare il caldo, specialmente nel tratto di asfalto appena lasciato il bosco. Non disperiamo e continuiamo in direzione delle cascate Kozjak ed ecco che, subito dopo aver preso la strada bianca a sinistra nell'abitato di Magozd, ci troviamo di fronte l'oasi miracolosa: una fontana piena d'acqua con dentro bevande offerte per i camminatori! Stappiamo una meritata birra in lattina e consumiamo avidamente le poche razioni di cibo che abbiamo disponibile godendoci l'inattesa sosta con grande eccitazione.
La discesa alla cascata Kozjak ci rimane così molto agevole e possiamo goderne la visita con ritrovato vigore. Poco prima di raggiungere Kobarid facciamo una piccola deviazione seguendo il sentiero che, poco dopo la confluenza con il torrente Kozjak, risale a monte per circa qualche centinaio di metri, dove troviamo un punto fantastico per tuffarci nelle gelide acque del fiume.
Il bagno rigenera il corpo e le gambe sembrano avere una marcia in più per completare l'ultimo paio di chilometri che ci separa da Kobarid. Alle 4 di pomeriggio raggiungiamo l'ostello e decidiamo per una visita al museo della Prima Guerra Mondiale prima della cena al ristorante Hisa Polonka. Il locale è affollato e l'attesa per essere serviti è tanta, ma la squisitezza del cibo ci fa presto dimenticare il tempo di attesa.
DORMIRE
Hostel Kobarid: Gregorčičeva ulica 23, Kobarid.
MANGIARE
Hisa Polonka: Gregorčičeva ulica 1, Kobarid.
TAPPA 5 | KOBARID - BOVEC
26 km, 1350 metri ascesa, 1000 metri discesa
GIOVEDI 20 AGOSTO 2020
Mattinata di saluti perché tre ragazze del gruppo concludono qui il loro cammino. D'ora in poi rimarremo in sette fino a fine itinerario. Ci godiamo l'ultima colazione insieme e con calma, forse troppa, alle 9:15 ci mettiamo in marcia. La tappa è molto lunga e ricca di cose da vedere, ma non sembriamo molto preparati alla fatica che ci aspetta. Il primo stop alla chiesa di Sant'Antonio nel colle immediatamente sopra Kobarid ci consente di dare una profonda occhiata alla valle e al cammino che abbiamo affrontato il giorno precedente. La salita al Tonocov Grad non è tanto complessa ma la raggiungiamo scoprendo di aver sbagliato qualcosa nell'alimentazione: siamo già affamati di nuovo e con scarso livello energetico.
IL PERCORSO
Dall'ostello di Kobarid si salgono direttamente le scale che portano al sentiero che conduce alla chiesa di Sant'Antonio prima e al Tonocov Grad poi. Quest'ultimo è un interessante insediamento risalente all'età della pietra e del ferro che ebbe la sua maggior fioritura nel V secolo e di cui rimangono visibili resti.
Si scende di nuovo verso il Soca, attraversando il ponte tibetano e seguendo il sali scendi del Soska Pot (sentiero sul Soca) in direzione dell'abitato di Trnovo. Qui si trovano un market (attenzione agli orari) e, poco fuori dal centro ma comunque lungo il percorso, il bar del campeggio dove poter fare una sosta rinfrescante e prendere acqua da una fontanella.
Si continua a camminare costeggiando il fiume che in questo punto si presenta abbastanza largo e a rapide, tant'è che siamo in una delle località di maggior attrattiva per gli amanti di rafting e kayak. Dopo circa 8 km da Trnovo si raggiunge la cascata Boka con il suo imponente colpo d'occhio. Si può salire un breve sentiero che porta ad un affaccio sul salto di 106 metri che le acque provenienti dal massiccio del Kanin compiono prima di scomparire sotto terra e riapparire ricongiungendosi con il Soca. Si percorrono altri 4 km di sentiero indicato AAT (Alpe Adria Trail) per raggiungere le suggestive cascate Virje, che creano una laguna del tutto peculiare con le loro acque trasparenti che si colorano di verde della vegetazione circostante. A questo punto mancano solamente 4 km per Bovec e sono tutti indicati dal sentiero AAT, per cui non ci si può sbagliare.
IL NOSTRO CAMMINO
Dopo la chiesa di Sant'Antonio e il Tonocov Grad scendiamo verso il letto del Soca ma decidiamo di non seguire il Soska Pot attraversando il ponte tibetano ma prendere la strada asfaltata che risale in direzione di Trnovo pensando di accorciare un po' il percorso. In realtà la distanza risparmiata non sarà abbastanza da giustificare i chilometri di cammino sotto il sole e su asfalto. Arrivati a Trnovo troviamo il market chiuso ma un ragazzo del posto ci indica il bar del campeggio, così ci andiamo a bere una bevanda fresca e a fare scorta di acqua. Il tratto fino alla cascata Boka sembra interminabile e ci arriviamo che già abbiamo quasi finito le scorte di acqua e cibo. Poco dopo la cascata troviamo un altro bar/ristorante e ci fermiamo di nuovo a bere qualcosa, con la sensazione di essere ormai in prossimità di Bovec. Invece passeranno quasi altre tre ore prima di giungere a destinazione, un po' per la pausa alle cascate Virje, un po' per altre pause tecniche e infortuni vari. Alla fine questa sarà la tappa più dura in assoluto. Ci rendiamo conto di aver camminato per più di nove ore, e sentiamo tutta la fatica nel corpo e nella mente. La sera, dopo esserci sistemati nei due ostelli prenotati, avremo modo per recuperare energie con un'ottima grigliata al bar Crna Ovca di Bovec.
DORMIRE
Hostel Thirsty River: Klanc 27, 5230 Bovec.
Hostel Thirsty River: Trg golobarskih žrtev 46, Bovec.
MANGIARE
Bar Crna Ovca: Športini Park, Ledina 7a, 5230 Bovec.
TAPPA 6 | BOVEC – TRENTA
22 km, 760 metri ascesa, 650 metri discesa
VENERDÌ 21 AGOSTO 2020
Dopo la fatica del giorno precedente decidiamo per un taglio al percorso originario, anche perché il nostro prossimo alloggio si trova nella località Soca, 8 km prima di Trenta. Partiamo con calma alle 8:00 del mattino, dopo una colazione in uno dei numerosi bar di Bovec. Compriamo qualcosa da sgranocchiare per il breve tragitto che ci impegnerà solo il mattino e prendiamo il sentiero che in poco tempo conduce alla confluenza delle due valli e dei rispettivi fiumi: il Soca e il Kortinica. Da qui in poi la strada che conduce all'abitato di Soca è un susseguirsi di meraviglie create dall'insinuarsi delle acque nelle rocce calcaree.
IL PERCORSO
Si lascia Bovec seguendo le indicazioni dell'AAT in direzione Trenta. Raggiunta la confluenza dei fiumi Soca e Kortinica il sentiero continua sempre seguendo l'alveo del Soca con attraversamenti su ponti tibetani e scorci di notevole interesse. Il fiume si mostra più stretto e le sue acque, ora turbolente ora placide, assumono colorazioni che toccano varie tonalità di blu e di verde riflesso della vegetazione. E' uno stupore continuo questa tappa, si cammina in una valle stretta tra monti che superano i 1900 metri d'altezza.
L'acqua scava la roccia calcarea creando meraviglie come la Velika Korita e la Mala Korita, due canyon paradisiaci che il sentiero e alcuni ponti in legno permettono di ammirare in tutto il loro splendore.
Si arriva a Soca in circa quattro ore, soste comprese, ma l'itinerario originario continua per altri 8 km fino a Trenta, sempre seguendo il fiume e regalando al camminatore altri emozionanti scorci sulla valle che inizia a chiudersi poiché sovrastata dalle montagne.
IL NOSTRO CAMMINO
Probabilmente la tappa più bella in rapporto a generosità del panorama e dispendio energetico. Si cammina quasi sempre in ombra e a contatto col fiume. I punti di interesse sono tanti e ravvicinati, così che lo stupore non cala mai e la fatica rimane sempre contenuta. Partiamo con delle riserve di cibo e acqua che nemmeno utilizziamo poiché l'arrivo all'abitato di Soca avviene in maniera piuttosto rapida e qui possiamo rifocillarci anche grazie al bar/market che troviamo questa volta aperto.
La casetta che abbiamo affittato è molto carina e i proprietari ci concedono di usare il tavolo in giardino e il barbecue, così scatta l'idea della grigliatona. Ci si attiva in men che non si dica e alle 6 di pomeriggio stiamo già addentando spiedini di maiale, Klobasa (salsicce), pomodori e zucchine grigliati, formaggio, pancetta, bruschette, annaffiando il tutto con vino e birra.
Rimaniamo in piedi fino alle 23:00 chiacchierando del più e del meno, pregustando l'ultimo giorno di cammino che ci attende: l'arrivo alla sorgente e il passo Vrsic.
DORMIRE
Appartamento Lucka Kravanja
MANGIARE
Bar Zadruga
TAPPA 7 | TRENTA – RIFUGIO KOCA NA GOZDU
14 km, 1500 metri ascesa, 900 metri discesa
SABATO 22 AGOSTO 2020
Complice inatteso l'infortunio di uno di noi, ci troviamo costretti a completare gli 8 km che ci separano da Trenta in bus, così da poter giungere insieme almeno alla sorgente del Soca. Dal piccolo paese circondato dalle montagne sono 5 i chilometri di sentiero da percorrere per raggiungere Izvir Soce, ovvero la sorgente del fiume che ci ha accompagnato durante tutto il nostro cammino.
IL PERCORSO
Dalla piccola piazza di Trenta si segue il sentiero AAT, segnalato anche come Soska Pot, in direzione nord-ovest. Si passa attraversa un ponte stretto che unisce le due sponde molto ravvicinate del fiume che ora ha caratteristiche tipiche del torrente di montagna, pieno di rocce, salti, cascatelle e vegetazione. Si sale per un bel bosco di faggio, carpino e abete rosso, fino a raggiungere di nuovo il Soca sull'altro versante del colle. Da qui la strada è comoda fino al punto indicato come Korita Mlinarice, dove si incontra un altro strappo in salita al termine del quale si può deviare a destra per circa dieci minuti per raggiungere la cascata, oppure continuare a sinistra in direzione della strada asfaltata che porta al passo del Vrsic.
Invece di salire verso il passo si prende la strada a sinistra in lieve discesa e ci si immette di nuovo nel bosco che segue il Soca per poco meno di un chilometro fino a raggiungere un piccolo bar/rifugio dal quale parte il corto sentiero che porta alla spettacolare sorgente. Attenzione: l'ultima parte è una breve ferrata non adatta a chi soffre di vertigini! Meglio salire solo fino al punto in cui si vede il primo salto di circa 5 metri che comunque da l'idea della forza delle acque.
Da qui al passo Vrsic mancano ancora 800 metri di salita complessiva, che possono spaventare ma in realtà il percorso sale per un impluvio piuttosto largo e ombreggiato, regalando splendidi scenari di ruscelli di montagna che scorrono veloci solcando la foresta in cui si cammina. Si sale così per circa due ore senza sentire troppo la fatica. Fatica che invece si concentra nell'ultimo tratto di circa venti minuti per l'esposizione al sole e per l'eccessiva presenza di mezzi motorizzati. Dal rifugio Ticarjev Dom, posto proprio sul passo, il panorama è già stupendo, ma con un piccolo sforzo ulteriore si può seguire il sentiero AAT aggirando la cima del monte Vrsic per arrivare al rifugio successivo, godendo di una vista ancor più stupefacente e senza il disturbo di moto e auto che affollano la strada di montagna.
La parte più dura, forse per stanchezza accumulata, è la discesa nel bosco che conduce al rifugio Koca na Gozdu: si impiega più di un'ora, tagliando alcuni tornanti della strada carrabile.
IL NOSTRO CAMMINO
Il bar della sorgente ci da modo di affrontare la vera colazione del giorno, poiché la partenza delle 5:30 del mattino non ci aveva dato modo di fare un pasto sufficiente. Saliamo insieme fino alla spettacolare spaccatura nella roccia dalla quale si vedono le acque incredibilmente blu del Soca che riposano dentro alla montagna, in attesa di partire di slancio con il primo salto di 5 metri che compiono dopo pochi metri verso valle. La breve ferrata non ci spaventa tanto ma richiede un'attenzione maggiore, tant'è che decidiamo di salirci senza i nostri ingombranti zaini.
Tornati davanti al bar salutiamo in nostro compagno dolorante al ginocchio e ci diamo appuntamento al rifugio del passo, che lui raggiungerà in bus. La nostra marcia nel bosco, attraverso il canalone creato dalle acque che scendono dalla montagna, è piuttosto snello e in poco meno di due ore siamo già al rifugio, senza aver accusato eccessivamente la salita. Ovviamente la componente psicologica di questa tappa incide tanto sulla nostra percezione: siamo alla fine del cammino e abbiamo raggiunto uno dei punti più spettacolari dell'intero itinerario... ovvio che la fatica si senta meno!
Il rifugio è una buona occasione per brindare. La giornata è stupenda, tira un lieve vento fresco e splende il sole. Nelle vette lontane si ammassano nuvole bianche come il cotone e le pareti di mille tonalità di grigio che ci circondano completano il panorama nel migliore dei modi. Viene voglia di salire sempre più in alto, da dove si vede ancora di più. La montagna fa così, è forse la metafora più intuitiva della vita: soffri per salire, quando arrivi la vista del paesaggio ti rigenera e da nuovo slancio. Così sei pronto per una nuova vetta, un nuovo viaggio che sposti l'asticella dei tuoi limiti un po' più in su. Perché, per quanto si provi, non si può fermare la mente di un viaggiatore, e in questo mondo siamo tutti in viaggio, in un modo o nell'altro.
DORMIRE
Rifugio Ticarjev Dom.
DORMIRE
Rifugio Koca na Gozdu.